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Note di Memoria – Parole in musica per ricordare il dramma della Shoah

Il 3 febbraio siamo stati invitati a partecipare alla manifestazione “Note di memoria” – Parole in musica, evento patrocinato dal Comune di Carolei, sapientemente organizzato e presentato dalla consigliera di minoranza Marilena Condello. Hanno collaborato alla realizzazione dell’evento la Pro-Loco di Carolei, la Rete Universitaria – Giorno della Memoria, l’Associazione Alfonso Rendano, il Piccolo Laboratorio Politico Culturale Antonio Gramsci e l’Associazione Officina dei Colori.

Prima di addentrarci nella cronaca della serata, vogliamo anche noi di CaroleiReport spendere due parole sull’importanza di “fare Memoria”. Tragedie come l’olocausto non possono essere ricordate solo nei libri di storia, non devono essere classificate come appartenute al passato e lontane dai nostri giorni, non possono essere riconducibili alla sola ritualità di una commemorazione. Memoria significa rivivere quotidianamente quello scempio, affinché esso diventi materiale genetico dell’essere umano; ogni uomo e ogni donna devono conservare nel loro DNA le atrocità perpetrate dalla Shoah, facendo si che simili orrori diventino un’istintiva repulsione atavica delle future generazioni. Solo così, forse, saremo in grado di debellare sul nascere tante forme di distruzione che oggi, abilmente mascherate da sciocche ideologie politiche e finanche religiose, sfruttando la nostra sempre più diffusa pigrizia intellettuale e la nostra apatia alla responsabilità individuale, si fanno imperanti.

La rassegna fotografica

La serata Note di memorie ha dato modo ai presenti di visitare la rassegna fotografica Vedere l’Altro, vedere la Shoah, a cura di Alessandra Carelli della Rete Universitaria Giorno della Memoria. Le foto scelte sono riuscite a creare quell’empatia necessaria per andare oltre i binari della deportazione, oltre le cancellate e le reti elettrificate, approdando con la mente – per quanto sia possibile farlo – nella testa di quelle persone defraudate della loro umanità.

Durante il dibattito la Carelli ha ricordato l’80esimo anniversario della nascita del razzismo di Stato in Italia, era infatti il 1938 quando l’Italia fascista varò le leggi razziali. La studiosa ha invitato a riflettere su come il pregiudizio sugli ebrei sia stato pianificato a tavolino, frutto di un piano geopolitico che potrebbe ripetersi ancora, “la Memoria serve per riconoscere una pericolosità che ancora esiste, l’uomo ha bisogno di un nemico e se lo sta costruendo”. Fare Memoria, sottolinea la Carelli, serve a inculcare la necessaria conoscenza affinché l’uomo “possa costruire barriere per contrastare tali fenomeni, al bando quindi l’indifferenza”. E proprio in tema di indifferenza si ricordano le recenti parole pronunciate da Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e testimone di essi: “L’indifferenza regna sovrana e colpisce tutte le categorie di persona: è più violenta della violenza stessa”.

Da sinistra verso destra: Alessandra Carelli – Rete Universitaria Giorno della Memoria e Marilena Condello, organizzatrice dell’evento.
Gli interventi 

Sul palco dell’Aula Magna “C.Gallina” dell’Istituto Comprensivo Carolei-Dipignano, Marilena Condello ha invitato le autorità presenti a esprimere un loro pensiero. Il sindaco Francesco Iannucci ha voluto focalizzare l’attenzione dei presenti sull’art. 3 della Costituzione italiana: “Quanti di noi rispettano quanto enunciato nell’articolo?” Iannucci rimarca come sia fondamentale, soprattutto per gli amministratori della cosa pubblica e così come sancito dallo stesso articolo delle Costituzione, perseguire politiche di eguaglianza che, di fatto, permettano di abbattere quel freno sociale che spesso compromette il pieno sviluppo della persona umana.

Il primo cittadino invita tutti non solo a fare memoria, ma a “interrogarsi sul perché della Shoah, sul perché qualcuno decise di portare avanti una propaganda volta a distruggere il popolo degli ebrei, un popolo diventato capro espiatorio sul quale scaricare le responsabilità del tempo. Il rischio che corriamo oggi – in cui la decadenza sociale, frutto della mancanza di valori e guide, prende sempre più il sopravvento – è quello di creare nuovamente gruppi accomunati dall’odio e alla ricerca di un nuovo capro espiatorio – continua Iannucci. Un odio diffuso che oggi si manifesta, ad esempio, nel bullismo e nell’emarginazione e che scuola e famiglia in primis sono chiamate a placare, infondendo sani principi, affinché le atrocità del passato non si ripetano nel futuro”.

Francesco Iannucci – Sindaco di Carolei

Anche Paolo Filice, assessore del comune di Carolei è stato chiamato a esprimere il suo pensiero. Filice ricorda la sua visita ad Auschwitz, la sua “vergogna” come uomo e come medico dinanzi a quanto perpetrato in quel campo, immagini così forti che diventa difficile finanche fotografare, perché non è facile convincere il proprio corpo ad addentrarsi in un posto in cui si è vissuto tanto dolore, un posto che custodisce tutto il dolore che migliaia di parole hanno provato a descrivere. Nella sua riflessione Paolo Filice si chiede come sia possibile che tanta rabbia nei confronti di un popolo sia scaturita da persone intelligenti e colte che miserabilmente hanno approvato quel folle progetto e collaborato attivamente per attuarlo. “L’uomo non ha imparato dal passato – conclude Filice – altrimenti non si spiega come ancora oggi assistiamo a tragedie che si manifestano in ogni parte del mondo; storie come quella della Siria, della Cambogia etc non dovrebbero esistere, l’uomo avrebbe dovuto maturare gli anticorpi necessari per evitare tali catastrofi, o quanto meno aver conquistato la forza necessaria per contrastarle; purtroppo mi duole invece constatare che la realtà fa paura e molti preferiscono fare come gli struzzi, fingere di non accorgersi di quanto quotidianamente accade, non trovando o non volendo trovare il coraggio necessario per mettere la parola fine a tante atrocità”.

Paolo Filice – Assessore comune di Carolei
Parole in musica per ricordare il dramma della Shoah

A chiusura dell’evento una fantastica interpretazione del maestro Pierpaolo Levi e del duo Enzo e Alessandro De Liguoro del Centro Studi “Quasimodo”, vecchie conoscenze di Carolei, gli stessi, infatti, sono stati ospiti di altre manifestazioni per ricordare il dramma della Shoah, organizzate negli anni passati presso il Parco storico del Ninfeo, a Vadue. Il maestro Levi, musicista di fama internazionale e nipote di Primo Levi, ha allietato i presenti con melodie di musicisti del calibro di Ullmann e Schuloff, armonie che hanno fatto da sfondo alle gesta canore e recitative di Alessandra ed Enzo De Liguoro. Letture sceniche abilmente interpretare da Enzo De Liguoro hanno dato voce all’Olocausto attraverso la forza evocativa della recitazione, per un crescendo di grande intensità. Uno spettacolo forte, di grande impatto emotivo, con testi tratti da saggi del calabrese Mario La Cava, Viktor Ullman e Primo Levi. Quasi palpabili le scene in cui De Liguoro ha riproposto quanto accaduto il 4 agosto 1936 alle Olimpiadi di Berlino, quando un uomo di colore, Jesse Owens, e il tedesco Luz Long, diedero vita a una giornata in cui lo sport, inteso come elemento principe del rispetto e della fratellanza, trionfò sulle mura sollevate dal Nazismo.

Il maestro Pierpaolo Levi – Alessandra ed Enzo De Liguoro

Prima dei saluti finali, Marisa Passaniti, presidente dell’Associazione Culturale Alfonso Rendano, ha omaggiato il maestro Levi e invitato lo stesso a suonare per i presenti un pezzo di uno dei nostri concittadini più illustri: Alfonso Rendano.

Marisa Passaniti, presidente dell’Associazione Culturale Alfonso Rendano, omaggia il maestro Pierpaolo Levi.

 

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Gianfranco Forlino