Arte e Spettacolo

Presentato il volume “Mario Ridola. La magia della pittura verista” di Bruno Castagna

È sempre un grande piacere scrivere delle persone di Carolei che con impegno e talento riescono a distinguersi. Lo scorso 27 dicembre, nella suggestiva cornice di Palazzo Grimaldi Conidi a Catanzaro, è stato presentato il volume “Mario Ridola. La magia della pittura verista”, edito da Pubblisfera e curato dal nostro Bruno Castagna, che in questo lavoro riveste il duplice ruolo di autore e nipote dell’artista Ridola. La serata, alla quale sono intervenuti diversi caroleani, è stata coordinata da Assunta Morrone, dirigente scolastica, scrittrice e volto amico della nostra Carolei. Tra gli interventi di spicco anche quello di Marisa Passaniti, presidente della nostra Associazione culturale “Alfonso Rendano”.

Esponente del movimento pittorico ottocentesco del verismo, Mario Ridola si distingue come interprete rappresentativo anche fuori dei confini, prima in Libia e successivamente in Albania, dove fondò l’Accademia di Belle Arti di Tirana. Attraverso la ricerca razionale e l’osservazione profonda della quotidianità, Ridola ha incarnato appieno l’essenza del verismo, restituendo nelle sue opere una realtà viva e autentica. La medesima capacità di indagine e sensibilità, evidentemente frutto della genìa artistica, che Bruno ha dimostrato nella cura del libro; un volume “luminoso”, in pieno stile verista – non poteva essere altrimenti –, in cui le pennellate su tela trasmutano in inchiostro intriso di sentimento e passione, una passione smisurata per la ricerca, elemento cardine di altri lavori di Bruno, l’ultimo, in ordine cronologico, “Alfonso Rendano, la vita, l’arte”.

Un lavoro appassionato, complesso e scrupoloso, che inizia da Matera, luogo d’origine del casato dei Ridola e attraversa Napoli, città natale del nonno, per poi proseguire verso Roma, Verona e oltre i confini italiani: in Libia, tra Derna e Bengasi, in Albania, a Tirana, fino a Catanzaro, ultima meta del pittore orientalista.
Un cammino intimo alla scoperta delle proprie radici, calcando e ricalcando orme che diventano memorie familiari, un viaggio per dare ulteriore riconoscimento a un artista che ha narrato il suo tempo attraverso l’incanto della pittura, in cui colori e pennellate si fanno custodi di emozioni legate a ritratti e paesaggi che in qualche modo diventano finestre aperte, da cui affacciarsi per assaporare l’essenza del passato e cogliere con maggiore intensità la bellezza del presente.

L’artista Mario Ridola

Mario Ridola nasce a Napoli il 1890 e fin da giovane mostrò una grande passione per la pittura. Frequentò lo studio di Vincenzo Irolli, un artista di fama internazionale, e nel 1909 iniziò gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, un centro culturale importante dell’epoca. Qui fu allievo di Vincenzo Volpe e Michele Cammarano. Nel dicembre del 1909, partecipò alla “Prima Mostra d’Arte Nazionale”, dove si distinse per la naturalezza delle sue opere. Tra il 1911 e il 1912 prese parte a diverse esposizioni, tra cui quella della “Società Promotrice Salvator Rosa” a Napoli e l’“Esposizione primaverile di Belle Arti di Firenze”. Nel 1913 ottenne il diploma dall’Accademia e nel 1914 partecipò nuovamente alla “Salvator Rosa” con tre dipinti.

Nel 1914, rispose alla chiamata alle armi e, dopo essere stato assegnato al Ministero delle Colonie, partì per la Tripolitania e la Cirenaica nel gennaio 1917. Nonostante la sua carriera militare, non abbandonò mai la sua passione per la pittura. Durante il suo soggiorno in Cirenaica, Ridola continuò a dipingere, ispirato dai paesaggi africani e dalla vita della gente che viveva secondo tradizioni antiche. La sua esperienza in Africa rafforzò il suo amore per il deserto e la pittura, che divenne un aspetto fondamentale della sua vita, unendo la sua carriera militare con la sua passione artistica.

Nel 1947, il trasferimento a Catanzaro rappresenta un momento cruciale, segnando l’inizio di un amore profondo per la Calabria, che ispirerà l’artista a dedicarsi alla raffigurazione dei suoi incantevoli paesaggi. La sua attività artistica trovò ulteriore espressione in importanti esposizioni: nel 1960, presentò le sue opere nell’Aula Magna del Liceo Galluppi di Catanzaro, in una mostra inaugurata dal Provveditore agli Studi, Giovanni Liuzzi, e ampiamente riportata da testate come Il Messaggero, Il Roma e Il Popolo. L’anno successivo espose a Crotone, presso l’Istituto Industriale Donegani e nel 1963 fu invitato a tenere una personale presso il Circolo Unione, nei prestigiosi locali di Palazzo Fazzari.

Alcune pregevoli opere dell’artista si possono ammirare a Catanzaro nella collezione della Camera di Commercio, a Tirana nella Galleria di Arte moderna e a Roma nel Museo delle Civiltà. Lasciò la vita terrena il 26 febbraio del 1973.

Gianfranco Forlino